Antico Testamento:
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1Sam.
2Sam.
1Re.
2Re.
1Cr.
2Cr.
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Gioe.
Am.
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Naum.
Abac.
Sof.
Agg.
Зах.
Mal.
1Mac.
2Mac.
Nuovo Testamento: Mt. Mc. Lc. Gv. At. Giac. 1Pt. 2Pt. 1Gv. 2Gv. 3Gv. Gd. Rom. 1Cor. 2Cor. Gal. Ef. Fil. Col. 1Ts. 2Ts. 1Tm. 2Tm. Tit. Flm. Ebr. Ap.
Nuovo Testamento: Mt. Mc. Lc. Gv. At. Giac. 1Pt. 2Pt. 1Gv. 2Gv. 3Gv. Gd. Rom. 1Cor. 2Cor. Gal. Ef. Fil. Col. 1Ts. 2Ts. 1Tm. 2Tm. Tit. Flm. Ebr. Ap.
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Viveva nella terra di Us un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male.
Gli erano nati sette figli e tre figlie;
possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e una servitù molto numerosa. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.
I suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme.
Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro. Giobbe infatti pensava: "Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore". Così era solito fare Giobbe ogni volta.
Ora, un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro.
Il Signore chiese a Satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo".
Il Signore disse a Satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male".
Satana rispose al Signore: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla?
Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra.
Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!".
Il Signore disse a Satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui". Satana si ritirò dalla presenza del Signore.
Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore,
un messaggero venne da Giobbe e gli disse: "I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi.
I Sabei hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo".
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo".
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I Caldei hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo".
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore,
quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo".
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò
e disse: "Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!".
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.